Supply chain: le imprese raccontano il cambiamento

Supply chain: le imprese raccontano il cambiamento

Primo appuntamento di Aperichain21: Kraft Heinz racconta la De-Complexity

Milano, 30 Aprile 2021 ore 17:30 – Piattaforma Zoom

Insieme a Kraft Heinz abbiamo parlato di De-Compelxity.

Nelle aziende di produzione, con elevata numerosità di codici da gestire, uno dei temi cruciali è connesso ai rischi e costi di obsolescenza dei materiali coinvolti nella supply chain, ai tempi legati alle operations, nonché alla complessità di gestione delle attività di distribuzione e di vendita. Sia internamente all’azienda che presso la rete dei fornitori, si rende necessario quindi un intervento per tenere sotto controllo il fenomeno. Da qui la necessità di avviare dei progetti mirati a ridurre l’incidenza dei rischi e dei costi, agendo sulle cause strutturali del problema.

È proprio di questo che ci ha parlato Mario, Head of S&OP & Logistics di Kraft Heinz.

Kraft Heinz nasce dalla recente fusione tra i celebri marchi alimentari Kraft Food e Heinz Company. Solo in EMEA conta 12 fabbriche, 60 external co-packers, circa 5.000 SKU, con più di 1 Milione di tonnellate vendute.

Mario, come avete approcciato il tema in azienda? Da chi è partito l’input per lavorare a un progetto co vasto?

M. Lo abbiamo approcciato, in realtà, in due riprese. Il primo tentativo è fallito. Si è trattata di una imposizione top down da Central Europe in cui si imponeva il de-listamento di alcuni codici che, da una prima superficiale analisi, risultavano basso rotanti. Le Business Unit non sono riuscite a dare seguito al progetto per cause diverse.

Il tema era molto rilevante e quindi il progetto è stato ripreso cercando un nuovo approccio: questa volta si è partiti dal basso. In particolare, sono stati coinvolti sin da subito i principali attori (Procurement, Production, Operation, Logistics, Demand, Sales) comprendendone i bisogni e le esigenze. De-listare codici toglie sicuramente complessità di approvvigionamento, aumenta efficienza produttiva, migliora la logistica ma mette in difficoltà la forza vendita. Decidere quali siano i codici da dismettere non è semplice. Va considerata la marginalità che questi portano ma anche la loro valenza strategica a livello di portafoglio di offerta e forza contrattuale.

Entrando nel merito del programma, quali sono stati i principali step?

M. Abbiamo svolto un’attenta analisi di problem breakdown: definizione delle fonti e raccolta di dati veramente utili allo scopo e soprattutto consistenti. Abbiamo poi ricostruito tutti i Profit&Loss a livello di singola sku, calcolando attentamente il contributo a conto economico della parte di supply chain. E’ stato ricostruito il portafoglio prodotti secondo due parametri: marginalità e contributo strategico.

A questo punto siamo passati dalla parte analitica alla parte di sintesi, che è sempre la più complicata:

· Definizione dei target setting (must-have e nice-to-have);

· Root Cause Analysis dei codici bad performance per individuare il perché si presentino problemi su questi prodotti (elevato costo del prodotto, eccessiva scontistica, …);

· Per ognuna delle Root Cause sono state condivise delle azioni migliorative, definendo anche un preciso timing per permetterci di fare follow-up e apprezzare i cambiamenti;

· Nei casi in cui non c’erano azioni di miglioramento abbiamo approvato il delisting immediato previo accordo con il cliente.

Siete contenti dei risultati che avete ottenuto?

M. Sì, siamo molto contenti. Abbiamo aumentato il margine e abbiamo abbassato la complessità produttiva e gestionale. Anche la forza vendita ha apprezzato il lavoro svolto perché ha potuto ottimizzare le offerte.

Mario, approfitto della tua presenza per parlare un po’ di attualità. Come vedi e come vede Kraft Heinz il futuro post pandemico? Quali sono, secondo te, gli scenari possibili? Meglio SC locali o globali?

M. Il Covid ha solo accelerato un processo che era già in atto in Kraft Heinz. Sia dal punto di vista dell’organizzazione che dal punto di vista di gestione della catena di fornitura. Avere un piano B più “locale” aiuta sicuramente a far fronte agli imprevisti. Questo l’azienda lo aveva capito ed era, quindi, pronta.

Tornando alla De-Complexity, tema della serata, pensi che il lavoro che ci hai esposto possa essere scalabile / esportabile in altri settori o ambiti?

M. Sicuramente si, l’approccio che abbiamo adottato per le SKU di prodotto finito è applicabile a ogni situazione all’interno di una supply chain in ogni settore merceologico.

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